Facciamo una prova. Cerchiamo Garry Winogrand su Google e lasciamoci trasportare dal materiale visivo, audio e video che il motore di ricerca ci propone in prima pagina.

Quello che abbiamo davanti è un numero sconfinato di immagini, articoli e contenuti che provano a sintetizzare l'aurea creativa di Garry dandocene una piccola parvenza, spesso ripetuta e riduttiva, se non smitizzante.

La scena che si delinea fuori è più o meno questa:

I più impazienti lasciano immediatamente la presa, chiedendosi come questo fantomatico Winogrand sia poi così famoso, altri, invece, i più testoni, tentando di ricostruire la sua storia, ne rimangono delusi: tutto quello che gira online sembra essere una scopiazzatura tra compagni di scuola durante una verifica scolastica.

Internet, mi vien da pensare, non rende troppo onore a questo grande fotografo.

Garry Winogrand e la sua fida Leica a pellicola

Penserai che sto delirando, ma ti chiedo di seguirmi in questo ragionamento.

Le prime impressioni sono dure da abbattere e anche io ci sono cascato.

Quando scrissi di Garry, circa quattro anni fa, avevo letto poco su di lui e della sua fotografia, lasciandomi abbindolare, come il resto dei navigatori abituali di siti internet, da quei pochi interventi, mal costruiti, che descrivevano Garry come un grande, un dio inarrivabile, senza però riuscire a spiegarmi bene il perché.

Online erano presenti, e lo sono tutt'ora, le sue immagini più famose: alcune da "Women are beautiful", altre da una piccola selezione di fotografia di strada tra cui, non posso non citare, quella della coppia e gli scimpanzé, ed altre, scavando leggermente più a fondo, dalla serie su Los Angeles.

Poca roba al cospetto di una produzione che si dice superi il milione di fotografie prodotte e di cui ancora, molte, neanche sviluppate (si parla di migliaia di rullini!).

Cospirazione? Incapacità critica di andare oltre?

Tutte domande che non avevano risposta, fino a qualche giorno fa, quando ho recuperato la visione del documentario "Garry Winogrand: all things are photographable" riscoprendo con lui la bellezza di cosa voglia dire scegliere di fare fotografia per il resto della vita - e il valore artistico di Winogrand.

Dalla serie "The Animals" (1962-1969) di © Garry Winogrand

Il documentario, diretto da Sasha Waters Freyer, si basa sulla ricostruzione del percorso artistico di Garry Winogrand partendo dai suoi primi passi nel mondo della fotografia fino alle sue ultime pubblicazioni nelle librerie.

Ad accompagnarci per tutta la visione ci sono le straordinarie immagini di Garry, tra cui molte mai viste o solo presenti in alcuni libri, le parole dei suoi più cari amici e le analisi tecniche di coloro che ne hanno studiato il lavoro.

Musiche e descrizioni di inestimabile ricercatezza fanno da contorno alla narrazione, dandoci una caratterizzazione storica-culturale di un'America pronta a riconfermare la sua unicità e potenza nel mondo.

Non amo particolarmente il video come forma di narrazione, ma qui non ho potuto non soffermarmi, con estrema curiosità, sulla bellezza delle parole e sull'incisività di alcune fotografie che ci parlano di un Garry Winogrand davvero maestoso.

Una buona fotografia è sempre sull'orlo del fallimento.

Oltre ai lavori già citati in precedenza, qui ci vengono mostrati alcuni pezzi da novanta, delle fotografie di strada che sono delle opere d'arte in quanto ironia, narrazione e colpo d'occhio.

Garry Winogrand lavora bene, e tanto, riuscendo a rendere armoniosa ed interessante anche una linea sbilenca o una manifestazione di carattere pubblico.

Quello che traspare fin da subito dai primi minuti è la storia di un uomo/artista complesso, profondamente innamorato della vita e della fotografia tanto da volerla inserire, ad ogni costo, in ogni aspetto della sua esistenza.

Da un picnic in famiglia, fino alle sue gite fuori porta, la macchina fotografica di Garry, e poi successivamente la sua macchina da presa, fanno da testimoni indulgenti dell'evoluzione dell'America e della vita privata dell'autore.

Non c'è niente o nessuno che non passi dal suo obiettivo, neanche la sua ombra o i suoi piedi che ironicamente ritornano fissi in ogni rullino riducendo così la sua aurea di sacralità e spingendoci a pensare che, dopo tutto, Garry è uno come noi.

Qui, arriva forte come un tamburo, Winogrand è senza veli.

Il trailer di lancio del documentario

Mi è piaciuto molto, ma mi ha fatto anche molto incazzare.

La sua visione mi ha destabilizzato, perché mi sono chiesto quante altre volte io mi sia fermato dallo scendere a fondo della produzione di un fotografo a causa di prime fonti di cattiva qualità o di parole scritte con troppa superficialità.

Internet e chi scrive di fotografia dovrebbe avere a cuore quello che fa, permettendoci di sondare adeguatamente la filosofia dietro ad un lavoro e stimolarci così nell'andare a cercarci altro materiale.

Questo, come saprai meglio di me, non succede quasi mai - almeno in Italia - e tanti Garry Winogrand oggi passano nel dimenticatoio perché poco valorizzati o descritti con eccessiva modestia, come se tutto fosse dato per scontato.

Non mi dilungherò oltre, sennò ricadrei nello stesso errore del passato.

Quindi finiamola così, con una domandona da migliaia di euro.

Perché guardare il documentario "Garry Winogrand: All Things Are Photographable"? Perché è la migliore scelta che tu possa fare; perché di Garry è stato detto tanto, ma niente può spiegarlo meglio delle sue stesse parole, delle sue immagini o delle testimonianze di chi lo ha conosciuto quand'era in vita.

Questo prodotto video è riuscito a fare una cosa a cui tutti i prodotti culturali dovrebbero ambire: spingermi a volerne sapere di più e ad aprire violentemente il portafogli per dedicare un'intera libreria a questo magnifico autore.

Eh lo so, è in inglese e non tutto ti sarà subito chiaro, ma fidati, alla fine della visione saprai che tutto quello detto prima su Garry Winogrand era solo la superficie di un ben più ampio barile.

Due ore di visione: la giusta penitenza per capire veramente Garry Winogrand.

Dove vederlo?

Garry Winogrand: All Things Are Photographable è disponibile alla visione in lingua inglese (qui sopra), su NowTV (sottotitolato) e se mi segui dall'estero (USA) anche su Prime Video (fortunati voi!).

Puoi saperne di più sul documentario e i suoi collaboratori sul sito web ufficiale.

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