Tante immagini hanno attraversato e caratterizzato l’ultimo Contest indetto dal blog: “Ombre e Street Photography“. La tematica, che oggi è molto blasonata e riccamente analizzata da molto fotografi, ci ha messo a contatto con lavori soprattutto di autori italiani: tra i primi ad accogliere candidamente la sfida proposta. Emir Mustajbasic rientra tra questi, avendo proposto una serie di fotografie intitolate “PlayGround”.

Quello che mi ha colpito particolarmente del lavoro di Emir è la sua completa spensieratezza, semplicità e linearità nella scelta del soggetto e degli ambienti. Queste ombre che si diramano in tutte le direzioni ci introducono in una dimensione nuova. In una dimensione in cui tutto sembra possibile — il fatto che siano prodotte da bambini amplificano l’idea dell’immaginazione e del gioco.

Queste ombre non sono cattive o pericolose — come normalmente accade nell’immaginario collettivo — anzi, ci accolgono calorosamente all’interno del loro mondo. Ci invitano a partecipare alla loro festa, al loro rituale. Non ci resta quindi che conoscere il personaggio e capire cosa lo ha portato ad iniziare questo lavoro.

Emir Mustajbasic — Intervista

TSR — Ciao Emir, complimenti per la vittoria del Contest nella sezione “Serie Fotografiche” e per il tuo lavoro che ci parla direttamente con una semplicità disarmante. Mi ha colpito molto!

E — Ti ringrazio! Sono onorato di aver vinto e di aver preso la decisione di partecipare a questo “piccolo” Contest.

TSR — Analizzando il tuo lavoro tramite i tuoi profili social, ho notato un forte interesse nei confronti dell’ombra e delle sue sfaccettature. Un pallino che sembra appartenere a gran parte della tua produzione fotografica e della tua ricerca artistica. Ma nello specifico: come nasce questo tuo progetto?

E — Questo progetto delle ombre è nato in uno dei tanti pomeriggi in cui vado con i miei due bimbi al parco giochi. Ho subito notato le ombre che erano in forte contrasto coi colori di quel luogo. Sembrava che si stessero divertendo proprio come i bimbi. Come se fossero due entità differenti ma intrinsecamente unite.

TSR — Molte volte ci si accorge di non aver visto quello che ci è da sempre stato davanti nel momento più impensato della nostra vita. Come se fosse un processo che si attiva come una miccia nel nostro cervello. Il tuo ripetitivo passaggio in quel luogo, con quella luce e quei colori, ha attivato qualcosa nella tua mente. Il progetto è stata una conseguenza di questo processo. Pensi di portarlo avanti? O credi sia concluso?

E- Chi lo sa?! Se trovo altri luoghi che mi ispirano magari potrò ampliare con qualche altra fotografia interessante. Essendo un fotografo che si fa prendere dal momento, resto aperto ad eventuali ampliamenti o analisi di questa tematica. Nulla è certo nella vita.

TSR — La fotografia di strada sicuramente ti apre numerose porte in contesti molto vicini tra di loro. Come ti sei avvicinato al genere? E’ stato un’amore a prima vista?

E — Ho frequentato molti corsi e workshop, prima di iniziare il mio percorso nel mondo della fotografia di strada. L’evento che ha cambiato completamente la mia visione delle realtà, aprendomi le porte nei confronti del genere, è stato sicuramente l’incontro con tre esponenti della Italian Street Eyes (Matteo Abbondanza, Sergio Raffaele e Pierfranco Fornasieri). La loro bravura, e i loro insegnamenti, hanno svegliato in me un amore verso questo genere. Oggi non ne posso fare più a meno!

TSR — L’ispirazione proveniente da diverse fonti, e l’apertura mentale in questi casi, sono dei compagni di viaggio davvero eccezionali. Direi imprescindibili. La fotografia di strada italiana, grazie alla ricerca e agli incentivi, sta crescendo di anno in anno. Cosa ne pensi della condizione attuale della fotografia nel nostro paese?

E — Non mi sento di dire molto, cerco di trovare la mia visione personale attraverso una continua ricerca di instanti decisivi e di momenti ricchi di interesse formale e narrativo. L’ispirazione proveniente da altri è fondamentale per me. Mi rende felice sapere che si sta puntando sulla crescita di questo genere e sulle sue potenzialità anche nel nostro paese.

Ringraziamo infinitamente Emir per le sue parole e vi lascio ora alle 5 immagini facenti parti del suo progetto. Non vi perdete i successivi Contest, mi raccomando!

Sostieni il Blog

Senza la fotografia, il mondo sarebbe un posto tremendamente noioso e spietatamente scontato. Permettimi di continuare a farla conoscere al pubblico italiano nella sua forma più pura e singolare. Basta poco, l'equivalente di un caffè a settimana.

Sostienimi
Condividi