Lo so, in questi mesi sono scomparso totalmente dai radar. Niente Newsletter, niente Podcast e poche interazioni sui Social Networks. Ho avuto le mie ragioni. E alcune di queste sto cercando ancora di capirle. È stato un anno duro e particolare, lavorativamente e umanamente parlando. Il peggio è ora passato e sono pronto a rimettermi in corsa per raccontarti quanto di bello ci sia ancora nella fotografia. Mi scuso con te per la lunga sosta. Ora si riparte! E con le intenzioni migliori.
Il miglior modo per ripartire - l'ho capito da tempo - è con quello che ci rende più felici. A rendermi felice, lo sai bene, sono soprattutto i libri di fotografia.
Riparto quindi con le pubblicazioni sulla Newsletter con la rubrica "Questa è roba da fotografi!", parlandoti di tre volumi che ho acquistato durante le mie peregrinazioni in festival o librerie o che mi hanno gentilmente mandato gli autori o le case editrici; chiedendomi di dargli un'occhiata, e dirti che ne penso.
Nelle letture di questo mese: una guida, un progetto e un catalogo.
La grammatica delle immagini
di Sara Munari (Apogeo, 2025)
Nello straordinario accavallarsi di proposte editoriali indirizzate agli appassionati di fotografia, un posto di rilievo lo hanno le guide, veri e propri porti sicuri per chi, la materia, sta iniziando a masticarla, e a capirla davvero. Di guide, sugli scaffali delle librerie, ce ne sono a vagonate (sembra che in Italia si vendano solo quelle!), ma non tutte, ahimè, riescono nell'ardua impresa di rimanere impresse nel cuore dei lettori. Scrivere guide è difficile; ancor di più restituirne un'unicità sul mercato.
Sara Munari, di guide, ne ha scritte tante; innegabilmente in Italia è una tra le più influenti scrittrici del genere. Che si tratti di Street Photography o di Storytelling, Sara ne sa un sacco. Leggere come la fotografia, attraverso le sue parole, possa andare oltre la superficie, diventando un «linguaggio», mi fa sempre ben sperare sulla crescita creativa di chi, quelle pagine, le leggerà.
Con Apogeo, storica casa editrice italiana specializzata in volumi sulla tecnologia e l'arte, Sara torna a ricalcare le basi della fotografia, cercando di racchiudere, in un volume di circa 160 pagine, gli aspetti più importanti del "raccontare con le immagini" - dall'inquadratura alla comunicazione. Il volume è didascalico, di facile comprensione. Sara ha messo dentro tutta la sua esperienza come insegnante per spiegarci come funziona la composizione, quali stili caratterizzano gli autori contemporanei e come le fotografie riescono a parlarci a cuore aperto. Ogni capitolo è dedicato ad un tema e accompagnato da esempi - le fotografie della stessa Munari - ed esercizi da fare comodamente a casa.
Dice Sara, in introduzione al suo "La Grammatica delle immagini": «in un mondo dominato dalle immagini, saperle leggere e interpretare è diventata una competenza essenziale; [...] fare una buona fotografia non è solo questione di tecnologia: servono sensibilità, creatività e una conoscenza approfondita di questo sistema di segni e della sua grammatica». Una dichiarazione di intenti, che ci sottolinea la volontà di Sara di non insegnarci tanto la tecnica ma quanto offrirci gli strumenti per rendere le nostre immagini efficaci e più comprensibili quelle altrui.
È una guida di cui ho apprezzato la sfaccettatura di visioni e i capitoli dedicati a "come si leggono le immagini" e "il potere espressivo della fotografia" (argomenti poco trattati da altri scrittori); tuttavia, qualcosa mi è piaciuta meno. In alcuni punti, il racconto della fotografia come linguaggio sembra incagliarsi nella fitta rete di diagrammi di flusso e di immagini dal carattere didattico. L'intenzione iniziale di volersi discostare dalla narrazione tipica delle guide sembra venire meno a causa della semplificazione di certi argomenti manchevoli di un'impronta personale o un'impostazione grafica più accattivante. C'è forse troppo da dire. E poco da mostrare. È come se si rimanesse, in diversi punti, in una strana via di mezzo, dove le informazioni ci guidano nel percorso senza però darsi lo slancio finale verso un punto di vista atipico, unico - cosa che ho invece ho apprezzato in tanti e altri scritti di Sara!
In parte, questi aspetti, mi hanno resa la guida meno "attraente". Sarà forse che la vedo dal punto di vista di chi ha un passato accademico in Fotografia. Saranno forse le scelte editoriali, a volte troppo accomodanti. Sarà forse che altri libri di Sara mi sono piaciuti tanto da mettere su un confronto ingiusto. Sta di fatto che in "La Grammatica delle immagini" avrei desiderato assistere ad un crescendo di entusiasmo, che di pagina in pagina, ci spinge a lasciare il campo dei "tecnicismi" (la ragione) per abbracciare quello del "racconto" (stato emotivo); perché in fondo, una buona fotografia, è fatta anche di sano istinto. Capisco l'esigenza di concentrare alcune pagine sugli aspetti tecnici. Conoscere la "Grammatica", e lo dice la stessa Sara, «è fondamentale per costruire un'immagine efficace». Nulla vieta però di sintetizzare quegli aspetti e renderli, magari, meno didascalici. Mi sarebbe piaciuto, in breve, guardare molti più lavori (a volte riescono a rendersi più esplicativi di tante altre immagini scolastiche) e leggere di più sulla forza comunicativa e espressiva della fotografia, relegata agli ultimi capitoli. Tutto ciò manca, in parte, e, forse, ripeto, è una cosa tutta mia!
Mi metto così nei panni di chi è alle prime armi: un volume del genere aiuta a comprendere le potenzialità del linguaggio fotografico? Probabilmente si o, almeno, ci offre un punto di partenza. Il problema principale è il mercato, già pieno di volumi del genere e, tra l'altro, molto ben consolidati nel panorama editoriale comune (vedi i libri di Micheal Freeman). Mettiamola così. Il rischio che "La Grammatica delle immagini" possa non fare al caso nostro esiste in misura variabile alle nostre competenze fotografiche attuali: per qualcuno potrebbe andare bene, per altri meno. Insomma, va valutato; caso per caso. La scelta di una guida di fotografia, a volte, è una cosa molto personale!
Il volume costa 26 euro. Puoi acquistare una copia del libro nella tua libreria di fiducia, sul sito dell'editore o su Amazon.
Qualche pagina interna di "La Grammatica delle immagini". Il libro mi è stato gentilmente donato da Sara Munari e Apogeo Editore (grazie!)

Rosalia oltre la fede
di Giacomo Barone e Gianluca Marrone (Torri del Vento, 2025)
Giacomo Barone e Gianluca Marrone sono due fotografi siciliani. Si conoscono da qualche anno e da qualche anno, come se fosse scritto nel destino, hanno iniziato a collaborare insieme su progetti fotografici a lungo termine. La loro è una sfida continua; l'idea di raccontare Palermo e i suoi aspetti sociali anche, e soprattutto, attraverso la strada, è una di quelle cose che incuriosisce tantissimo.
Una delle loro ultime fatiche si chiama "Rosalia Oltre La Fede", una documentazione, durata circa tre anni, della festa religiosa più importante del Capoluogo siciliano. Santa Rosalia, in breve, è la patrona di Palermo. Ogni metà Luglio, i palermitani realizzano per lei una magnifica processione. La festa accoglie centinaia di migliaia di fedeli. L'evento è diviso in diverse tappe; unisce comparti scenografici a componenti, perlopiù, liturgiche. È uno di quegli eventi che, visti da fuori, sa di irripetibile, da contemplare insieme ai propri cari e non.
Per Giacomo e Gianluca è la prima volta. Non al cospetto del carro della Santa, già nei ricordi della loro infanzia, intendiamoci, ma in compagnia della macchina fotografica: «l'intenzione di andare là per fotografare - mi svelano loro due, in un'intervista che uscirà nei prossimi giorni sul Blog - ci ha permesso di assistere alla vera essenza di questa tradizione millenaria». Le loro immagini colgono la straordinarietà della forza religiosa mettendo al centro l'uomo, Palermo e i simboli della tradizione. Si parte dalla strada per poi arrivare alla famosa "acchianata" a Monte Pellegrino (il luogo dove risiede il santuario della Santa), ultima tappa della processione. In mezzo a tutto ciò, la quotidianità delle cose, l'ebbrezza dei volti in festa: dettagli sapientemente catturati e resi il vero soggetto di un lavoro poliedrico.
Un libro che ho scorso con grande piacere! Mi è piaciuta la scelta, azzardatissima, di optare solo per l'orizzontale e il bianco e nero. Alcune immagini sono profondamente Street e questo, in un volume che non vuole ridursi a mera documentazione fredda e distaccata di un evento, aggiunge valore alla ricerca di Giacomo e Gianluca. Ma soprattutto, ho apprezzato lo sforzo di non volersi concentrare sulla spettacolarità di alcune tappe della processione. Nelle loro fotografie si respira la strada, la spontaneità delle persone. C'è personalità, nella visione dei due siciliani, senza però rinunciare alla questione antropologica e storica che, nelle intenzioni del lavoro, è comunque presente, se non cruciale. Un libro che informa e diverte, che ci racconta una Palermo che si trasforma per pochi giorni.
La conferma di come le belle storie si possono trovare a pochi passi da casa.
Il volume costa 25 euro. Puoi acquistare una copia del libro nella tua libreria di fiducia, sul sito dell'editore o su Amazon




Roma Chilometro-Zero
Catalogo (Contrasto, 2024)
Le mostre collettive sono un terno a lotto. Se dovessimo fare un'analisi, non troppo precisa, e con dati fatti più di impressioni che di numeri, potremmo dire che la loro curatela tende spesso su due fronti distinti e conflittuali. Ci sono collettive dove singoli lavori reggono talmente bene le intenzioni del curatore da chiedersi se meriterebbero un'esposizione personale, piuttosto che una di gruppo; e collettive, invece, dove la varietà delle visioni - o la loro "forzata presenza in sala" - è così colossale, da mettere a rischio la leggibilità dell'esposizione, se non il suo successo.
Molte collettive in Italia, ammettiamolo, rientrano in questa brevissima dualità. Alcune funzionano e altre meno; tuttavia, esistono delle eccezioni: se l'idea di fondo funziona, e le immagini comunicano senza troppo difficoltà, il ricordo che lasciano nello spettatore è indelebile; perché nel confronto tra interpretazioni differenti dello stesso argomento troviamo più motivi di riflessione, e di crescita personale.
Una mostra con una bella idea e tanti racconti radicati nel territorio di appartenenza, è stata "Roma Chilometro-Zero", esposizione collettiva che ha chiuso i battenti il 5 Marzo e che ha visto la partecipazione di 15 fotografi romani. Ognuno con il suo progetto. Ognuno con la sua visione di Roma.
Percorrendo in lungo e in largo la Capitale, i fotografi hanno collezionato storie di vita vissuta o impressioni di una quotidianità intrappolata in un'eterna trasformazione. Nelle immagini di Gianluca Abblasio, Linda Acunto, Andrea Agostini, Matteo Capone, Clelia Carbonari, Alfredo Corrao, Alessio Cupelli, Nicoletta Leni Di Ruocco, Massimiliano Pugliese, Simona Filippini, Sara Nicomedi, Lavinia Parlamenti, Valerio Polici, Gianni "Gianorso" Rauso, Paolo Ricca e Francesca Spedalieri conosciamo meglio Roma. Ma non solo. Entriamo a capofitto dentro temi legati all'identità, all'ambiente, al rapporto tra modernità e storia e allo svuotamento delle periferie. Una collettiva che ci lascia ragionare sulla vastità di un territorio spesso legato a pochi quadretti turistici.
Il catalogo della mostra svolge perfettamente il suo compito originale: raccogliere tutti i lavori e darci l'occasione di sostare sui progetti che attirano maggiormente la nostra attenzione. La stampa è ottima, sobrio l'editing: la compattezza del libro lo rende una piccola perla da conservare in libreria! Vedere una Roma così, per chi a Roma ci ha vissuto o ci vive ancora, non può che essere uno slancio verso la scoperta. Le collettive, in qualche modo, servono a questo, non credi anche tu?
Il volume costa 22 euro. Puoi acquistare una copia del libro nella tua libreria di fiducia o sul sito web dell'editore.



Da "Roma ChilometroZero", immagini di © Lavinia Parlamento (1), Gianluca Abblasio (2) e Linda Acunto (3). Il libro mi è stato gentilmente donato da Francesca Spedalieri, anche lei nel catalogo (grazie Francesca!).

Le tue letture
Altri libri mi aspettano sul comodino. La mia libreria è piccola, ma qualche posto in più per loro son sicuro di poterlo ancora trovare (se ti va di mandarmi qualcosa, contattami pure). Ma ehi! La rubrica non è mica finita qua. Ora tocca a te, alle tue ultime letture e ai consigli che ti senti di dare agli altri lettori. Fatti sotto, c'è un'area commenti che aspetta solo te :)


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