Attese. Schiamazzi. Pesi eccessivi. Partire è come cambiare pelle, vita: lasciarsi dietro una parte di noi stessi, quella spesso detestata e sofferta, per scovare, nel pieno del percorso, un nuovo pezzo della nostra esistenza.

Un tempo, questo rituale, immensamente pregno di poesia e significato, era un mezzo di rivoluzione, di cambiamento. Si viaggiava per crescere, imparare e dare una svolta alla propria esistenza. Farlo era un investimento. Una cosa non da tutti.

Oggi, invece, è sempre di più un appuntamento come un altro da inserire nella nostra agenda giornaliera e da segnare, al momento del suo completamento, con una penna dall'inchiostro rosso.

"Sono arrivato. Inizia ora la mia giornata".

In "Viaggio Circolare", Carlo Tardani, prova a ridare valore a questo evento, raccogliendo fotograficamente tutti quei frammenti di vita e di esistenza, destinati a scomparire per sempre, all'interno delle stazioni pubbliche: i "non-luoghi" per eccellenza, dove tutto nasce e si distrugge nello stesso istante.

"Viaggio Circolare" di © Carlo Tardani

In questo ecosistema socialmente vivo e fervente, le narrazioni si accavallano tra di loro, costruendo delle micro storie in cui i protagonisti, spesso viaggiatori abitudinari o turisti del caso, partecipano attivamente a questa esibizione del vero.

Nulla ha importanza, per il cittadino moderno, in questo contesto.

Non lo hanno gli individui, girovaghi sconosciuti che si portano appreso la propria storia e le proprie battaglie racchiudendole, a forza, dentro una valigia, e neanche il loro punto di partenza, che si perde incondizionatamente dentro una coltre di indifferenza che trasforma ogni esperienza come quella di un'altra.

Qui nessuno è speciale, unico, ma membro di un fluire ininterrotto di fatti e fenomeni. Chi entra in una stazione entra in una bolla sostenuta da immaginari visivi, desideri e delusioni: un'alcova in cui tutti tengono nascoste le proprie intenzioni.

Carlo ha collezionato per anni queste espressioni, ne è stato egli stato uno dei protagonisti, mischiandosi nella folla e viaggiando da luogo a luogo per capirne ogni essenza.

La sua è una cattura concitata di momenti ridondanti che dentro le sue inquadrature, come nel pieno dell'assunzione di qualche agente stupefacente, assumono tutt'altra importanza, forma.

"Viaggio Circolare" è una storia che esiste e non esiste: un evento profondamente in bilico tra due sistemi che ci trascina, magicamente, dentro il mondo dei viaggiatori. Tutti, chi più e chi meno, abbiamo desiderato od immaginato come loro di fuggire dalla nostra vecchia vita e di non tornare mai più.

Curiosità; eccitazione per la partenza; la prospettiva di nuove esperienze oppure, all'opposto, la calma, la serenità, il piacere per il rientro a casa. Le stazioni nascondono sempre un'occasione di scoperta.

Chi è Carlo Tardani?

Carlo Tardani è un fotografo di Follonica. La sua ricerca visiva è legata alla documentazione della quotidianità attraverso un filtro diretto, semplice e senza fronzoli. Puoi scoprire altre sue immagini sul suo profilo Instagram o Flickr.

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