Nello sguardo lieto di Priscilla Carotenuto scoviamo le sembianze di un legame profondo con la città di Napoli

Dalle balaustre di una delle più antiche costruzioni medievali di Napoli, la gente si tuffa, veloce, fulminea, eseguendo un salto, che nel vuoto che intercorre tra il mare e la nuda pietra, si tramuta, nel preciso congiungersi degli emisferi, umano e naturale, in puro afflato di vita. È una magia, quella del salto dal Castel dell'Ovo; vista e rivista, davanti agli schermi dei nostri Smartphone; eppure immancabile, nella nostra esistenza: perché nello sporgersi da quelle alture, mentre scegliamo, di getto, se abbracciare il vuoto o sostare increduli sulla terraferma, qualcosa si muove, dentro di noi: qualcosa ci rimane attaccato alla pelle, e non viene più via.

Quando Priscilla Carotenuto, fotografa di strada napoletana, muove il suo sguardo su tali scene, c'è da chiedersi se queste inizieranno, prima o poi, ad annoiarci, a farci volgere dall'altra parte; il ripetersi perpetuo di situazioni del quotidiano che ormai vogliono, o devono, per terzi, essere privi di qualsiasi senso.

La percezione di inquietudine è però brevissima. Scompare, lestamente, amalgamandosi presto nella calda sicurezza di una gestualità che sa di casa. Priscilla è nata qui, a Napoli. È la sua città di appartenenza. Tuttavia, il suo sguardo rifugge da qualsiasi semplificazione. Non ammicca al pubblico; va a fondo, dove spesso lo sguardo di molti tende ad andare altrove. Le sue fotografie disegnano l'ossatura di una favola che parla di lei e di una Napoli avvolta in un velo di coloratissimo mistero. Un mistero che si lascia guardare, lambire, ascoltare; e da cui, ultimamente, ho intravisto le fattezze di uno spirito fotografico purissimo.

Napoli, 2022. Immagine di © Priscilla Carotenuto

Priscilla vive ora a Roma, ma la sua passione per la strada rimane ancora ben radicata nei suoi interessi. «Avvicinarmi alla Street Photography - mi racconta lei - è stato come riaccendere una fiammella spenta da tempo. Ognuno di noi ne ha una dentro di se, di fiamma sopita. Saperla trovare e farla crescere è ciò che ci permette di annientare lo stato di alienazione dovuto alle preoccupazioni della vita quotidiana. Ecco, fotografare in strada è quella cosa che alimenta giornalmente la mia fiammella; averne scoperto l'origine ha cambiato completamente il mio modo di vedere la città e le persone». Un modo di raccontare le cose con discrezione, mi vien da dire, alla Vivian Maier - che lei ama -, e che traspare in ogni fotografia.

Le immagini di Priscilla sono continue interpunzioni che ci guidano nelle dinamiche di una città che non vuole farsi catturare. O almeno, che tenta invano di scappare agli occhi dei più esigenti. Quando vogliono, le inquadrature di Priscilla, si fanno divertenti, accoglienti: una coppia che si accartoccia in strada per ascoltare un audio segreto; ma sanno essere anche profondamente malinconiche, tenere, interrogative, se il gesto del fotografare incontra il sentire dell'artista. "Non c'è una regola precisa, quando abbiamo a che fare con la fotografia", sembrano suggerirci le sue inquadrature. È lì, nello scon-volgersi delle cose, che inizia la vera opera.

Napoli, 2022. Immagine di © Priscilla Carotenuto

La scelta della palette dei colori è cruciale, in questo legame ancestrale con il tempo, le persone, lo spazio: con Napoli. I rossi, i blu e i gialli contribuiscono a delineare l'espandersi delle motivazioni dietro alla cattura di un istante preciso. Sono come fari in lontananza, una luce, che confermano la presenza di un IO.

L'intervento di Priscilla sul quotidiano si nota anche dove il soggetto umano, seppur accennato, manca, a favore di altro. Un blu come gli altri, quello del mare, stringe un accordo segreto con l'osservatore, per poi cadere vertiginosamente nel giallo di una tovaglia lasciata sopra un segnale stradale. Sembra una fotografia come le altre, quella citata; tuttavia rimaniamo imbambolati, scoprendo, sullo sfondo, nel punto più in alto, due aquiloni che creano una perfetta linea verticale. Un divieto, che lascia presagire la fine di un sogno, sovrastato da due serendipità che per un fotografo di strada valgono oro. Pochi elementi, ma da soli significativi.

Napoli, 2024. Immagine di © Priscilla Carotenuto

L'occhio di Priscilla Carotenuto rispecchia le intenzioni di una fotografa che ama rimanere libera. Non guarda un luogo seguendo un argomento preciso, né vuol fare emergere sottintesi di carattere politico o sociale. Cattura, e si lascia catturare.

Un approccio alla strada che Priscilla descrive come "rassicurante", costruito per adattarsi alla sua personalità. «Di natura sono una persona discreta; un tratto che magari non si sposa perfettamente con questo tipo di fotografia», continua lei, per messaggi. «Ho quindi cercato di bilanciare l'accesa curiosità che ho per tutto ciò che ho intorno cercando nell'ordinario un particolare che ti faccia sorridere, che ti faccia stare bene. Per questo spesso fotografo senza una presenza umana. È l'aurea speciale che manifestano le situazioni del quotidiano ad interessarmi davvero».

I suoi frammenti sono così cartoline di una realtà che tenta in tutti i modi di prendersi sul serio, senza però mai riuscirci davvero. Guardando a fondo le scene che caratterizzano lo spirito della fotografa napoletana avviene come un cortocircuito, dovuto alla rivelazione di atmosfere che travalicano l'ordinario. Quando Priscilla si accosta ai suoi soggetti - perlopiù giovani, luoghi e tracce della cultura napoletana - sentiamo che qualcosa non torna, nell'operazione. È come se si aprissero delle lunghe faglie nel terreno, e da lì fuoriuscisse qualcosa di insospettabile: echi di sogni e miti molto lontani da noi e al contempo vicinissimi.

Napoli, 2023. Immagine di © Priscilla Carotenuto

Una fantasticheria tipicamente letteraria, mi viene da pensare, quella di voler scovare l'intromissione di un malfunzionamento nella monotonia del quotidiano; un'attinenza alle cose che solo alcuni fotografi riescono a custodire intatta nel tempo, e a tramandarla altrove. D'altronde avere a che fare con quella parte di noi, quella che ci vuole ingenui e sognatori, è una sfida complessa, seppur oggi vitale.

Attraverso l'immediato, e mai banale, sguardo di Priscilla, siamo così accolti nelle fantasie di una realtà piena di buoni propositi. Non sono solo frammenti del visibile, i suoi, ma vere e proprie manifestazioni di una creatura vivente che lancia cenni di intesa, nella speranza che qualcuno li colga, che sappia renderli "concreti".

Napoli, 2023. Immagine di © Priscilla Carotenuto

«Fotografare a Napoli è un buon terreno di partenza», conclude Priscilla, e vedendo quali immagini riesce a tirare fuori da lì, non posso che essere d'accordo con lei. Continua: «In città, hai la difficoltà del caos e la ripetizione di scene già viste e riviste. Ma questo ti può far solo da scuola. Ci sono occasioni in cui puoi sentirti più sicuro nell'avvicinarti e altre in cui percepisci che è meglio rimanere in disparte. Come diceva Meyerowitz, "devi andare incontro alla folla, non seguirla", solo così puoi captare i segnali. Vedi, la vera sfida è capire come trasformare tutto ciò facendolo confluire nel tuo personale registro visivo. Se mi guardo indietro, alle prime uscite fotografiche con mio fratello [Stefano Carotenuto, anche lui un bravissimo fotografo di strada, ndr.] sento di avere acquistato maggior fiducia in me stessa. Oggi fotografo ciò a cui sono più legata».

Io non so come si fotografi una città come questa, come Napoli. Cosa sia giusto mettere nell'inquadratura e cosa no. Quanto ci si possa sentire colpevoli di reiterare momenti che magari andrebbero goduti individualmente. Ciononostante, rimango incredulo di fronte alla straordinaria potenza di segnali che solo il quotidiano, visto in questi contesti, e se guardato in profondità, riesce a donarci. Segno che il disincanto, per Priscilla Carotenuto, sia un fantasma ancora lontano, e di questo me ne compiaccio - anzi, ce ne compiaciamo tutti - molto.

Capri, 2023. Immagine di © Priscilla Carotenuto

Una straordinaria sensibilità quella di Priscilla Carotenuto, che dal suolo scivoloso degli scogli di una Napoli in rapida evoluzione ci fa vivere la sensazione di stare seduti su una montagna russa; una scala, che dal basso all'alto, dalla città alla spiaggia, dalla testa ai piedi, ci porta a riscoprire una strana meraviglia: un punto di vista che credevamo essersi ormai esaurito, e che invece vive ancora.

Chi è Priscilla Carotenuto?

Priscilla Carotenuto è una fotografa napoletana. Il suo stile è farcito di ironia, ardore e ottimismo verso la vita. Le sue fotografie sono una strenua ricerca di intime scene di quotidianità colte sul nascere. Scatta prevalentemente a Napoli e dintorni, a colori (anche se non disdegna il bianco e nero!). Qui il suo Instagram.

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