Non so te, ma gran parte del motivo per cui oggi realizzo fotografie e parlo, soprattutto, di fotografia online, è dovuto ad una certa infantile curiosità di capire come ci si sente a stare dall’altra parte dell’obiettivo fotografico, nella mente di chi, quelle fotografie, le concepisce e le porta a compimento.

Son sicuro, che molti lì fuori, la penseranno come me e avranno ben vivida in mente quella prima occasione in cui, stimolati da questo pensiero, hanno poggiato il loro occhio nel mirino di una macchina fotografica - magari la stessa di papà, quella delle vacanze - e scattato, estasiati, la loro prima fotografia.

Cosa c'era? E perché l'abbiamo realizzata? Poco importava a noi novellini. La magia di vedere come il mondo appariva attraverso un obiettivo bastava a ricompensare ampiamente qualsiasi sforzo, come anche a giustificarne la sua più che probabile bruttezza (era la prima, come si dice: errori di gioventù!).

A tal proposito, i grandi fotografi, si ricordano della loro prima fotografia?

Io credo di si, ne sono quasi certo; e che si fa fatica a pensarli imberbi ed inesperti, come noi, comuni mortali, mentre inciampano sull'acciottolato nello sforzo di inquadrare il loro soggetto. Li rende umani, fin troppo comuni: «Quella è una cosa da noi, fotografi senza capo né coda, e non roba da supereroi come loro».

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