Minutes to Midnight è uno dei primi lavori stampati e rilegati di Trent Parke. La sua prima pubblicazione risale al 2013.

La copertina grigia, caratterizzata da una trama al tatto molto rugosa e da quest'immagine lugubre di pipistrelli in volo, spicca immediatamente, rapendo la nostra attenzione.

La monografia affronta il tema del ciclo della vita. Trent Parke lo descrive attraverso l'utilizzo di queste fugaci visioni della realtà che sembrano frutto di un viaggio catartico, affrontato da lui, verso l'accettazione della morte, come forma di liberazione e di rinascita.

Fotograficamente, sceglie di interpretare questo tema decidendo di costruire una linea narrativa basata su più tappe. Parte dallo scattare immagini nei momenti successivi alla scomparsa delle ultime ore di luce della giornata, per poi continuare con istantanee della vita notturna - vissuta da uomini, animali e creature misteriose.

I soggetti di Trent sono spesso immersi in spazi immensi, illuminati da una luce fioca e visibilmente in preda a qualche forma di delirio. Alcuni sono riconoscibili, altri invece sono nascosti dietro un bagliore accecante o un mosso che ne distorce i lineamenti.

Lo stile, tipico dell'autore, è contraddistinto dall'utilizzo di queste ombre avvolgenti, pervase da queste atmosfere inquietanti e senza vie di uscita, e da questa estenuante sensazione di pericolo incombente. L'oscurità ne fa da padrone e ogni creatura al suo interno sembra uscita da un film horror.

Il tema della morte risuona ad ogni pagina: a volte in maniera evidente, con corpi o feti gettati sulla nuda strada, e a volte solo metaforicamente. Il rapporto tra Thanatos ed Eros è molto forte e sembra volerci spingere a chiederci quale sia la soluzione per scampare alla caducità della nostra esistenza - se mai ne esista una.

Trent non ha trovato una risposta che valga bene per tutti, ma il messaggio che sembra lasciarci è un messaggio di ottimismo e di speranza: perché se una vita vede la sua conclusione in qualche parte del mondo, un'altra vede la luce per la prima volta. Allora perché essere tristi?

Il progetto è composto da una cinquantina di fotografie in bianco e nero. Dal video puoi notare come alcune pagine vengano lasciate bianche ed altre invece riempite fino al margine. La scelta è dovuta al voler dare più respiro a certe fotografie, più forti e lancinanti alla vista, e permettere al lettore di poterne assaporare ogni minimo particolare.

A mio modesto parere è un progetto che ti colpisce, lì, dove fa più male, e che ti lascia senza fiato. Un lavoro che ci ricorda come la nostra vita sia un percorso condito da tanti elementi ma destinato ad un'unica conclusione: la morte, che ci rende tutti simili e legati insieme.

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