Non sempre la fotografia di strada è sinonimo di felicità ed ironia e lo sa bene Trent Parke che tramite la sua personale visione delle fotografia riesce a narrarci gli aspetti più profondi, intimi e toccanti della sua vita: l'esempio di come la Street Photography possa essere anche una dimensione in cui esprimere se stessi, senza filtri.

Trent Parke Biografia

Trent Parke nasce nel 1971 a Newcastle, Australia. Già dall’infanzia il suo rapporto con la fotografia era ben evidente grazie alla sua immancabile amica Pentax Spotmatic e alla sua lavanderia utilizzata come camera oscura.

Il suo primo progetto fotografico, denominato “Minutes to Midnight, fu realizzato nel 2003 al seguito di un viaggio intrapreso insieme alla moglie nelle periferie australiane. Trent Parke è riuscito a ritrarre, attraverso un processo molto profondo ed intimo, la quotidianità della vita di tutti i giorni mettendone in evidenza gli aspetti più macabri, viscerali ed inquietanti.

La vera essenza del fotografo viene però fuori nel suo progetto “The Black Rose”, un progetto introspettivo che è culminato in una serie di mostre, documenti e video tutt’oggi molto ricercati ed apprezzati. Oggi l’artista australiano è uno dei più importanti membri della Magnum Photos, oltre che una fonte di ispirazione per moltissimi fotografi mondiali.

Il Processo Creativo di Trent Parke

Parlarvi di Trent Parke è sicuramente molto difficile, vista la grande profondità emotiva che si cela dietro le sue fotografie e la costruzione dei suoi immaginari.

In passato non ho mai nascosto il mio amore per il suo lavoro. Lo ammetto, la sua produzione è esuberante, inquietante a tratti, ma al contempo talmente forte visivamente da riuscire a ipnotizzarti, per ore, davanti allo schermo.

Il fotografo australiano ha un occhio particolare per le atmosfere cupe, delle atmosfere che vengono maggiormente fuori grazie all’utilizzo del bianco/nero (soprattutto pellicola) e ad un minuzioso lavoro attuato in camera oscura.

Immagine di © Trent Parke

Le ombre nette e i fasci di luce, che colpiscono i soggetti, contribuiscono ad enfatizzare il messaggio dell’autore che passa, repentinamente, da tematiche legate al dolore, a tematiche legate alla rinascita e alla salvezza.

A volte, questo processo, si manifesta con un taglio di luce, che fende l'oscurità, altre volte con il movimento di macchina, che attraverso l'uso del mosso, esprime tutta la mutabilità e l'incertezza degli eventi rappresentati.

Il punto in comune di tutto ciò è la fotografia di strada. Trent Parke è un osservatore minuzioso e ogni elemento che caratterizza la sua terra natale, ovvero l’Australia, è un potente strumento di narrazione della sua vita e della sua storia.

Immagine di © Trent Parke

A rendere uniche le sue immagini sono soprattutto la scelta del taglio e la gestione della luce, due elementi che caratterizzano il suo animo turbolento e la sua estenuante ricerca di equilibrio e di rigenerazione spirituale.

La potenza delle sue fotografie ci colpisce nel meandri del nostro cuore, portandoci ad apprezzare maggiormente quello che ci circonda. Un tuffo, come nelle sue "The Seventh Wave", negli abissi misteriosi della nostra interiorità.

Cosa ci insegna Trent Parke sulla fotografia?

Ecco che allora la nostra analisi su questo splendido autore potrebbe concludersi con quella che è una domanda fondamentale: cosa ci insegna Trent Parke sulla fotografia?

Io uso la fotografia come uno strumento di indagine su me stesso e l'umanità. La macchina fotografica mi aiuta a vedere in profondità…

— Trent Parke

Il fotografo australiano ci insegna semplicemente a non concentrarci sull’aspetto più effimero e superficiale della realtà poiché essa nasconde ben altro, sta a noi fotografi saperla tirare fuori o saperla sfruttare per narrare di noi stessi.

Ti racconto “Minutes to Midnight”, di Trent Parke
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