LONDRA. La città della modernità, della letteratura all’avanguardia e delle invenzioni rivoluzionarie. Chi ha avuto la fortuna di poterla visitare avrà constatato, immediatamente, la sua doppia natura: il moderno e l’antico in una duplice entità che fa accapponare la pelle, per la gioia e per l’emozione.

Vagare per le sue strade è come fare un tuffo nel passato e rivivere quelle stesse sensazioni vissute dai nostri antenati appena sbarcati sull’isola dei grandi “conquistatori”: stupore e meraviglia.

Noi occidentali abbiamo imparato nel tempo ad apprezzarla e a conoscerla come le nostre tasche: ci muoviamo liberamente per le sue vie arteriose come se fossero percorsi già immaginati e sognati in passato; speriamo di perderci completamente in lei, per poi non fare più ritorno a casa: perché la vita, altrove, dopo aver visto Londra e le sue molteplici forme, non ci sembra più così tanto interessante.

Londra è stata, ed è tutt’ora, una meta molto ambita dai turisti. Oggi, come in passato, era d’obbligo farci almeno un viaggio, per comprendere il perché questa terra fosse così tanto chiacchierata e venerata da tutti: << Sarà forse solo per il Big Ben, o c’è dell’altro? >>.

Grazie alla scoperta di un recente archivio di un fotografo russo sconosciuto agli storici, è stato possibile osservarla in una veste atipica, diversa: quella pre-guerra mondiale, pochi anni dopo la morte della regina Vittoria e all’inizio dell’epoca edoardiana.

Sono 20 immagini in bianco e nero in cui è possibile assistere ad una fase importantissima di questo paese, una fase di ricchezza e di potere sopra ogni limite e che, ahimè, non è più tornata.

Notiamo palazzi sontuosi, alle spalle di passanti inglesi caratterizzati dal loro stile unico e da quel cappello a bombetta ormai diventato iconico; vediamo le prime macchine a motore, frutto di anni ed anni di sperimentazione ed oggi realtà nelle nostre strade; contempliamo la Londra narrata nei libri di Sherlock Holmes e ammantata di quel mistero ancora tutt’ora inenarrabile.

È sempre la stessa città, quella che abbiamo imparato a vedere nelle cartoline e nelle fotografie storiche, ma qui, rispetto ad altre visioni sul luogo, le atmosfere e i visi rubicondi dei passanti ci parlano di momenti e di istanti di un romanticismo tale da farci rimanere per ore e ore di fronte allo schermo.

Sono immagini fatte da un amatore, un personaggio come altri che munito di un banco ottico — non voglio neanche immaginare il viaggio per portarlo dalla Russia fino all’Inghilterra —ha collezionato dei ricordi di una terra che, da lì a poco, non avrebbe mai più potuto rivedere.

È come se avesse previsto tutto, come se avesse percepito un’aria di cambiamento. Non conosciamo cosa lo abbia portato lì, e come queste immagini siano state conservate nel tempo, ma mi piace pensare che lui avesse percepito l’arrivo di un qualcosa che avrebbe rivoluzionato i tempi e si fosse detto tra se e se: << Ora o mai più, è l’ora di vedere Londra per l’ultima volta>>.

Queste 20 fotografie, seppur non splendide dal punto di vista visivo, sono una testimonianza incredibile di una città che da lì in poi sarebbe cambiata incommensurabilmente. Un altro “tesoro d’archivio” che va assolutamente custodito e conosciuto da tutti.

I 30000 negativi che documentano l’URSS post-guerra
La storia della fotografia ha assistito alla sua ennesima magia. Qualche mese fa, Asya Ivashintsova-Melkumyan ha rinvenuto dalla sua cantina circa 30000 negativi realizzati dalla madre Masha Ivashintsova, fotografa russa attiva tra gli anni ’60 e ’80. Il piccolo tesoretto è stata una vera e propria…
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