Non so se lo sai ma Instagram, nell'ultimo periodo, ha cambiato un pò di cose.

La famosa piattaforma per la condivisione gratuita di contenuti visivi online ha deciso di puntare forte sul formato 9:16 e, nello specifico, nei Reels (video brevi), minando così pericolosamente l'attendibilità e la visibilità di alcune produzioni fotografiche e costringendo, gli utenti, ad adattarsi.

Basta farsi un giro online per capire quanto questa costrizione, frutto di una pressione dovuta al mercato attuale (Tik Tok è un competitor sempre più scomodo), abbia generato un certo malanimo tra gli utenti più affezionati.

Tra chi ci ha investito grosse somme di denaro, e chi, invece, sta vedendo, a causa di algoritmi sempre più restrittivi, l'eliminazione di fotografie dal carattere artistico o giornalistico, Instagram sembra non passarsela troppo bene e la sua reputazione, prima rosea, incrinarsi di giorno in giorno.

La fotografia condivisa online, quella di un tempo, fatta di sperimentazioni, punti di vista atipici e dialoghi sinceri è destinata presto a scomparire. Noi fotografi di strada, grandi utilizzatori della piattaforma, ne siamo le principali vittime.

Ma perché te ne parlo solo ora?

In questi mesi sono rimasto a guardare, a chiedermi quanto questo passaggio possa incidere sul mio lavoro divulgativo e su quello dei fotografi e delle fotografe, e sono arrivato ad una conclusione: se Instagram barcolla, c'è solo del POSITIVO.

So che sembra assurdo, ma ora ti spiego.

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