Milano. Il fumo dei treni accoglie i passeggeri che si ridossano all’uscita dei mezzi di spostamento. L’aria è fosca e il freddo pungente non tarda ad attendere i viaggiatori appesantiti dalle valigie ricolme di indumenti e di strumenti di sopravvivenza.

È un giorno come un altro nella città lombarda. Le persone sono prese dalle loro faccende quotidiane e dai loro messaggi scambiati sui Social Networks. Le strade accolgono il rombo assordante delle macchine e il loro strombazzare a tutto spiano. I piccioni, neanche a dirlo, riempiono candidamente la piazza del maestoso Duomo e disturbano, come solo sanno fare loro, i turisti alle prese con i loro rituali fotografici.

Milano è una creatura in eterno movimento e chi ci vive ha imparato nel tempo a tollerarla, ad assaporarla lentamente e ad amarla ed odiarla sapendone accettare le sue bellezze e i suoi limiti, le sue ipocrisie e le sue particolarità.

Vincenzo Borriello, che milanese non lo era, ha iniziato a scoprirla, pian piano, cercando nella sua macchina fotografica uno strumento di interconnessione da frapporre tra se e l’estrema complessità di un territorio nato per inglobare ed accogliere di tutto e di più.

La fotografia lo ha aiutato a svelare i primi misteri di questa città e da lì non ha più smesso di fotografarla e di assorbirla nella propria vita. Ne è diventata un’ospite ben gradita e a cui dedicare del tempo giornaliero prima di buttarsi a capofitto nelle sue attività quotidiane. Di Milano, insomma, non ne ha potuto più fare a meno.

Milano, “Frammenti di Vita Urbana” di © Vincenzo Borriello

Vincenzo ha realizzato numerose immagini della sua Milano, definiti da lui stesso “Frammenti di Vita Urbana”. Me li ha mostrati, senza cercare di farcirli di chissà quale poesia per farli apparire diversi da quelli che sono.

La sua è una città che mi ha stupito, perché è una di quelle che difficilmente ti capita di vedere ed osservare sui giornali locali, per quanto è diversa dagli schemi visivi a cui siamo abituati.

La favola della Milano frenetica, sempre attiva e al passo con i tempi, per quanto sia ben congegnata e scientificamente provata da chi ogni giorno raccoglie dati su dati, non è l’unica che la anima e la rende viva.

Il racconto visivo di Vincenzo si serve di tutt’altro, o di molto meno, di un qualche filone sensazionalistico che pone la città, e i suoi abitanti, come degli extraterrestri in un territorio perfetto e senza macchia.

Abbiamo una Milano vera, a contatto con la vita, con le architetture e con la semplicità della quotidianità. Una Milano che passa in secondo piano e che nasconde, nel profondo, la necessità di parlarci a cuore aperto, senza fretta e senza filtri a farci da garante.

Milano è una città che la si ama, la si odia, ma difficilmente chi ci vive l’abbandona per trasferirsi altrove.

— Vincenzo Borriello

La città mostrataci da Vincenzo è un luogo che riflette su se stessa, una Milano che vive tra il moderno e lo storico; tra il quotidiano e lo straordinario; tra il rider che ti porta il cibo a casa e il broker di borsa in giacca e cravatta.

Una Milano che si ferma ad osservarsi, ad accudirsi e a respirare lunghe boccate prima di tornare alla sua normale attività, a quei ritmi che l’hanno resa famosa in tutto il mondo.

La Milano dei luoghi, delle attese, più che degli scenari in cui la vita esplode in tutta la sua potenza.

Milano, “Frammenti di Vita Urbana” di © Vincenzo Borriello

Guardando le immagini di Vincenzo siamo attraversati, inconsciamente, dal silenzio e dalla bellezza di questi attimi, che ci accolgono dentro una dimensione altrui in cui tutto sembra essersi fermato per ricaricare le pile prima di un’altra maratona.

Ci sono persone, ben inserite nello spazio ed architetture che si affacciano sulle strade regalando uno spettacolo a metà tra il futuristico e il decadente. Proviamo un sensazione di pace, di tranquillità, come se in questi scenari la frenesia della corsa all’oro si fosse interrotta, in una tregua temporanea.

Tutto sembra perfettamente in ordine, armonico e anche quando un personaggio corpulento sembra poter distruggere l’equilibrio di questi frammenti, ne diventa, inconsapevolmente, l’ennesimo protagonista: la struttura portante di ogni cosa.

Che Milano inaspettata!

Non avrei mai creduto di poter assistere a questa metamorfosi, a questa stasi. La città simbolo del caos e dell’energia incontrollata crolla di fronte ad una sapiente e schietta analisi di un uomo qualunque, un uomo che l’ha attesa e l’ha osservata costantemente, anche nei momenti più prosaici.

I “Frammenti di Vita Urbana” di Vincenzo Borriello sono una bella parabola che ci insegna come si possa andare oltre i pregiudizi ed oltre i linguaggi codificati. Le nostre città e i nostri territori hanno molto da dirci e spesso ci fermiamo ad osservarli con la disposizione d’animo sbagliata.

Rimaniamo curiosi e dubbiosi. Mettiamoci nei panni di chi la città, nel profondo, non l’ha mai scoperta del tutto.

Ho colto questo dalla serie incredibilmente efficace di Vincenzo e lui, pur non avendo mai preteso di raccontarci niente di più che la sua città, ha trovato la chiave giusta per farcelo capire.

A volte, dalla semplicità, si coglie più di quello che uno potrebbe aspettarsi.

Immagini di © Vincenzo Borriello (Sito Web: virusphotography.com; IG : vincenzo_virus)

Milano, “Frammenti di Vita Urbana” di © Vincenzo Borriello
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