Sai, noi Siciliani proviamo sensazioni contrastanti nei confronti del mare. Questa creatura, imponente ed insidiosa, penetra nelle nostre ossa ancor prima di chiederci il permesso.

È un pò come un parente, uno di quelli sconosciuti, dal volto spigoloso, che non scegliamo di avere in famiglia, ma che ci appartiene e ci accompagna per gran parte della nostra esistenza.

Ne sentiamo riecheggiare il nome, durante i pranzi domenicali. Ne vediamo la figura, stagliarsi a metà della tavolata. Lo vediamo sempre lì, a fianco dei nostri genitori, anche quando ci risulta indigesto.

Noi Siciliani siamo orgogliosi di avere un tale dono a nostra completa disposizione. Ne facciamo un vanto, un segno di riconoscimento, quando viaggiamo oltreoceano ed incontriamo persone sconosciute che non hanno avuto la nostra stessa fortuna di nascere vicino a lui.

Noi abbiamo il mare, e voi che avete?

Il mare è parte di noi. Ci definisce, lasciandoci incolumi di fronte al profilarsi di un rapporto spesso immodificabile, e nel mentre ci disorienta, lasciandoci intendere che là fuori, al di là di quel confine invisibile, c'è altro che ci aspetta.

Lo amiamo, e pure lo vessiamo. Lo adoriamo, e pure lo inquiniamo. Ho provato forti sensazioni guardando le fotografie del progetto "Mare Nostrum" di Claudio Provenza.

Ho percepito quel dejavù ormai insito nella mente di tutti noi Siciliani che ci ricorda, in maniera lancinante, come ormai la desolazione e l'abbandono siano due elementi tipici dei nostri paesaggi naturali: una faccia di quella medaglia scintillante e ben ornata che custodiamo in una teca, in salotto, girata nel verso giusto, perché di mostrare quello sbagliato non ne abbiamo proprio voglia.

"Mare Nostrum" di © Claudio Provenza

Eppure continuiamo a viverli questi luoghi, a reprimerli e a corroderli, come se la visione di un disfacimento imperterrito di questi ambienti fosse solo il primo passo di una lunga corsa verso la distruzione totale. Ne siamo ormai assuefatti e ogni cosa, fatta nel bene e nel male, sembra non poter più incidere in una modifica totale di questo evento catastrofico.

Una bugia che ci raccontiamo ogni giorno. Un dolore che ti trasciniamo da anni.

Claudio Provenza non fa altro che metterci di fronte alla verità dei fatti, mostrandoci una Sicilia che potrebbe essere migliore e che potrebbe porre fino a tutto ciò, se solo lo volesse.

E lo fa non evitando il discorso, ma inquadrando nel suo ampio e pungente fotogramma la spazzatura insieme ai passanti; i relitti insieme agli edifici fatiscenti; la rovina insieme alla vita.

Una serie di fotografie che sanno in parte di Street, ma che vanno splendidamente e fortemente oltre, toccando le corde di una questione ben più importante e che ci appartiene a tutti: l'inquinamento ambientale, a pochi passi da casa nostra.

Un progetto fotografico che non potevo non mostrarti, in questa veste, veloce e disarmante, perché in fotografia, ogni cosa, assume un significato diverso, più forte e diretto.

Le immagini di Claudio Provenza, per certi versi, non sono altro che l'ennesima testimonianza di una società che, purtroppo, guarda solo ai suoi interessi, e non al collettivo.

Fotografie che nascondono una bellezza e che la tradiscono subito dopo, in un'altalena di emozioni che ci consuma lentamente, facendoci chiedere quanto ancora, questi luoghi, possano resistere a tutto ciò.

La fotografia ci aiuta a capire meglio le cose ed allora perché non sfruttarla? D'altronde, Claudio Provenza, poteva inquadrare solo il mare e continuare a perpetrare quella favola fatta solo di eroi e principesse a cui siamo ormai abituati da tempo, ma ha scelto di parlare di tutt'altro, perché fare il fotoreporter, dopo tutto, è scegliere di svelare quello che sta dietro le sovrastrutture: la verità dei fatti, anche quando può farci solo del male.

Queste fotografie sono un colpo al cuore, ma anche uno stimolo al cambiamento: sta a noi, come sempre, decidere da che parte stare.

Voglio mostrare la mia piccola realtà perché so che là fuori tante località hanno gli stessi problemi. La questione ambientale è reale e bisogna rallentare questo processo di autodistruzione. Far capire che il mare è “Nostrum”, e non della politica, dell’economia che ci gira attorno, ma dei cittadini.

Chi è Claudio Provenza?

Claudio Provenza è un fotografo siciliano classe '97. È laureato in Audio/ Video e Multimedia all’Accademia di Belle Arti di Palermo e specializzato in fotografia di strada e di architettura. Puoi scoprire il resto dei suoi lavori sul suo profilo Instagram.

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