L'esercizio dell'osservare, ormai quasi passato di moda nell'era contemporanea, è un esercizio difficile, faticoso, ma dai risvolti positivi.
Ad avviare questo percorso di perlustrazione del visibile può essere di tutto: un colore, una scena, un odore o un viso che pensavamo di aver dimenticato da tempo ma che fa capolino, inaspettatamente, da un incrocio della via principale.
È ingiusto pensare che guardarci in giro sia solo una perdita di tempo: osserviamo quello che ci circonda per capire il mondo, ma anche per dilettarci nell'amena attività di prefigurarci i legami che uniscono persone e cose in ambienti sconosciuti. Osservare, per chi sa farlo, viene più facile di qualsiasi altra cosa.
In questa raccolta fotografica dal titolo "Reveries", Emanuele Scicolone sublima l'esercizio dell'osservare, perdendosi completamente, estasiato, in istanti di vita quotidiana ed aprendo le porte al manifestarsi dell'ignoto.
Con fare quasi poetico e voyeuristico, Emanuele inquadra individui colmi d'amore, anime vaganti in ambienti misteriosi e suggestivi che prestano il loro corpo e le loro storie al grande racconto dell'esistenza umana.
In quella che è una chiara influenza della fotografia umanista francese, Emanuele è un grande fan di Izis Bidermanas, la bellezza del positivo, del vivere seguendo schemi non precostituiti, ritorna a riverberare nell'aria, rompendo la bidimensionalità dello strumento fotografico ed offrendoci una via di evasione.
"Reveries", fantasticherie colte con una Leica M3 e messe a disposizione di chi, in un momento particolare della propria esistenza, voglia tornare a sorridere, a pensare che il mondo, sotto sotto, può ancora regalarci attimi di spensieratezza.
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