Bordo bianco, nero, rosa, strappato o creativo: oggi il web è pieno di immagini che fanno largo uso di questo eclettico artificio per distinguersi dalla concorrenza.

La loro presenza non ci disturba. Siamo stati abituati fin da piccoli a vederli nelle fotografie di famiglia: le immagini del passato lo avevano, come anche le stampe moderne, elaborate dal nostro fotografo del paese.

I bordi regnano nella nostra vita e possono svolgere, se usati bene, un compito importante nella valorizzazione delle nostre opere. Il loro ruolo è semplice: incorniciare l’immagine all’interno di un rettangolo.

Ma questo lo sapevate, mica siete stupidi, quello che però vi stupirà sapere che la loro efficacia è frutto di un processo culturale e psicologico, maturato in anni e anni di esistenza del genere umano.

La loro visione ci dà l’impressione di avere di fronte un’opera concreta, finita. È un retaggio trasportato dal mondo della pittura, che vedeva la presenza perenne di una cornice attorno alle opere.

In fotografia ha assunto una connotazione specifica, prettamente tecnica, dovuta, almeno nei primi decenni di vita dello strumento, alla sviluppo delle fotografie.

I maghi dello sviluppo necessitavano, e ancora oggi nell’analogico è presente, di un margine in eccesso, per poter imprigionare i fasci di luce in una porzione specifica del foglio, e ritagliare, se mai ce ne fosse stato bisogno, tutto quello che risultava essere sgradito al fotografo.

Oggi noi lo aggiungiamo, senza quasi pensarci, nelle nostre fotografie. Fa figo vederlo lì e poterlo contemplare come se bastasse questo piccolo escamotage tecnico per rendere migliori le nostre immagini. Ma quali vantaggi può darci veramente? Va sempre bene farne uso?

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