E’ arrivato il momento di parlarvi del mio recente passaggio al mondo del Micro 4/3, un sistema che ha portato, in parte, al cambiamento di alcune mie “abitudini fotografiche”. Ma la vera domanda è: si può parlare di un sistema professionale?

Sistema Micro 4/3: valido o no?

Partiamo con ordine. Quando mi sono avvicinato al mondo del digitale, dopo una breve parentesi in analogico (ne parleremo in seguito), la prima fotocamera che ho acquistato è stata una Sony a6000. La piccolina della casa giapponese mi ha accompagnato per due anni in questa mia crescita artistica e professionale dandomi la possibilità di poter sperimentare, su più fronti, in maniera soddisfacente.

Mancava qualcosa alla mia Sony A6000…

Dopo aver acquistato varie ottiche pensavo di aver trovato la macchina giusta, però sentivo che mancava qualcosa. Il rumore di scatto, i materiali e la poca personalizzazione del jpeg erano dei punti negativi della Sony a6000 che non mi avevano mai fatto raggiungere quel giusto feeling con la macchina che reputo fondamentale (indipendentemente dalle caratteristiche, una macchina con cui non si ha piacere di scattare non ti farà amare quello che fai pienamente).

Così ho deciso di fare un passo importante: cambiare sistema puntando ad un qualcosa che potesse rendere il mio modo di fotografare più semplice, intrigante e “completo”. La mia scelta è ricaduta su Olympus, nello specifico sulla Olympus Pen F: macchina con sensore Micro 4/3, stabilizzatore interno e con uno stile vintage molto affascinante.

© Gianluca De Dominici

Non vi parlo di caratteristiche o altro, tratterò più specificatamente le ottiche e il corpo macchina in futuri articoli, quello che qui voglio dirvi è che tale sistema si sposa perfettamente con il mio modo di fotografare e si, è un sistema che può essere tranquillamente utilizzato in ambito professionale.

I vantaggi e svantaggi del Micro 4/3

Un sistema del genere si porta appresso degli vantaggi e degli svantaggi che possono assumere delle connotazioni diverse da persone a persone. Personalmente il sistema ha moltissimi vantaggi, soprattutto se pensiamo ai pesi e alla qualità complessiva che possono offrire i corpi macchina e gli obiettivi di tutto il mondo Micro 4/3 (avete letto bene, un altro vantaggio di questo sistema è che non ha attacchi prioritari quindi ogni ottica ed accessorio è adattabile a qualsiasi marchio).

© Gianluca De Dominici

Ovviamente gli svantaggi maggiori sono dati dalla dimensione del sensore che, essendo più piccolo rispetto ad un sensore Fullframe, porta ad un maggior rumore ad alti iso, una gamma dinamica minore e ad una profondità di campo maggiore. Queste tre importanti caratteristiche derivano da un’analisi prettamente “fisica ed elettronica” ma possono tranquillamente non intaccare la nostra produzione di fotografie.

Infatti, non mi capita quasi mai di andare oltre i 1600 iso (tranquillamente utilizzabili) e non amo il bokeh, per questo motivo tale sistema mi sembra ideale. Ed è proprio qua che sta il punto importante: il nostro mezzo fotografico deve essere rapportato a come noi concepiamo la fotografia.

Ne abbiamo più volte parlato, si può fotografare con tutto (anche con lo smartphone) quello che è fondamentale e che si riesca a farlo in maniera semplice ed intuitiva, tutto il resto non conta.

Cosa è cambiato nel mio modo di fare fotografia?

Sto pian piano prendendo mano con la nuova macchina. Il bello di quando compri una nuova fotocamera è la voglia di sperimentare e provare tutte le sue funzioni prima di buttarti “fisicamente” dentro il contesto fotografico. I tre principali benefici che ho trovato passando a questo sistema sono:

  • Maggior velocità di impostare i parametri di scatto
  • Maggior feeling con il mezzo
  • Personalizzazione e peso del file

Queste tre caratteristiche sono ovviamente molto personali, quello che però posso dirvi con certezza è che la differenza con la mia Sony a6000 c’è e si sente. Non sono più limitato dal rumore di scatto, dalle poche ghiere e dalla poca personalizzazione del jpeg e ora sono più libero di sperimentare e di portare a casa degli scatti già ottimi prima di passare dalla post (che è comunque essenziale).

© Gianluca De Dominici

Ma soprattutto ad aver migliorato, seppur leggermente, la mia quotidiana sessione fotografica sono stati le caratteristiche di questo sistema. La grande profondità di campo mi permette di poter recuperare molto sui tempi di esposizione riuscendo ad ottenere delle immagini quasi mai mosse. In più, le attuali specifiche della mia Olympus Pen F mi danno una grande libertà di personalizzazione del jpeg (con un bianco e nero veramente ottimo) che molte volte risulta utile in alcune situazioni.

Sistema Micro 4/3 Conclusioni

Il sistema Micro 4/3 mi ha permesso di poter godere di piccolezze che prima non avevo e per questo motivo vi consiglio di tenerlo in considerazione soprattutto se avete intenzione di farne uso durante sessioni di Street Photography o Reportage.

© Gianluca De Dominici

Avendolo utilizzato per ambiti lavorativi posso dirvi che si comporta benissimo, la qualità dell’immagine è ottima e il sistema è abbastanza reattivo (ovviamente dipende anche dalla macchina e dall’obiettivo utilizzato). Quello che mi ha maggiormente impressionato sono la dimensione delle ottiche e le possibilità tecniche che queste piccole macchine possono offrire.

La grande profondità di campo è un’arma a doppio taglio ma, nel caso in cui scattiate a diaframma molto chiusi, può rappresentare un’ottima cosa. Già ad F/4 si raggiunge una buona profondità riuscendo a guadagnarci con i tempi (una cosa molto positiva per chi fa street photography in velocità).

Insomma, non avrei mai pensato di poter trovare soddisfazione in un sistema così compatto e leggero, un sistema che è ben lontano dall’essere perfetto ma che può essere la scelta giusta per moltissimi fotografi.

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