Ogni giorno, ogni santissimo giorno, attraversiamo la soglia della porta di casa con l’intenzione di cambiare il mondo e mettere fine, una volta per tutte, a quel tedio che ci permea e ci frena dal compiere grandi azioni.

È un’idea, una forma di espressione che accompagna le loro nostre giornate e che ci accomuna a tutti gli esseri viventi rendendoci simili ed umani, oltre che componenti attive di un ecosistema più grande.

Andrea Lo Maglio ha trascorso alcuni mesi a catturare quell’aurea generata da tutti questi pensieri incanalati negli occhi e nei volti di persone comuni per comprendere cosa li turbasse o li spingesse a fermarsi, incautamente, nel traffico cittadino.

Con questa verve, diventata una vera e propria impresa poetica, ha dato vita ad una serie denominata “Ragazze Sospese”: una raccolta di immagini che cerca di metterci a conoscenza di quei mondi sommersi, nascosti, che rumoreggiano nelle menti dei passanti e che risultano essere, agli osservatori esterni, muti ed inespressi.

Da “Ragazze Sospese” di © Andrea Lo Maglio

Andrea mi racconta che tutto iniziò per caso, in un vagone della metro quando vide una ragazza persa nei suoi pensieri. La forza di quel momento, interrotta solamente dal vociare degli altri passeggeri, e dallo sferragliare dei freni, lo colpì a tal punto da posare lo sguardo su di lei, per alcuni minuti.

Si creò una sorta di connessione, di intromissione benevola in quel cosmo personale che non gli apparteneva, ma che lo spingeva a gran voce a sbirciarlo di sottecchi, per ammirarlo senza comprometterlo, per osservarlo senza disturbarlo dal suo normale svolgimento.

Una sensazione di benessere lo pervase a tal punto da spingerlo, successivamente, con un impulso automatico, a prendere in mano la sua fotocamera e a dare vita immediatamente ad un’immagine: l’incipit di tutto, l’inizio della ricerca forsennata di quelle stesse sensazioni in altri contesti e in altri volti.

Una concezione voyeuristica che conosciamo bene e che ha generato nel tempo, e anche da parte di figure illustri come Walker Evans, diverse interpretazioni del tema dell’attesa e della sospensione. I tempi cambiano, le epoche si mischiano fra di loro, ma l’atto del pensare non svanisce mai. È sempre lì a ricordarci la nostra umanità.

La sua gestualità, e l’espressione che aveva fatto del volto il suo regno, la trasportavano fuori dal quel vagone, o per assurdo avevano avuto il potere di fermarlo, il vagone, di lasciarci tutti lì. Ecco il mio click, ecco la mia foto, ecco il desiderio di lasciare quel vagone fermo, contemplando un gesto semplice e riempiendolo con tutto quello che la mente sa creare, come lei stava già facendo con se stessa.

— Andrea Lo Maglio

Cosa penseranno questi soggetti? Cosa li tormenta e quali mondi si stanno immaginando mentre attraversano le vie della città per raggiungere il loro luogo di arrivo? Andrea se lo chiede e rimane lì ad osservare questi momenti con l’occhio del bambino curioso, di quelli che ambiscono a diventare grandi senza conoscerne veramente le conseguenze.

In “Ragazze Sospese” abbiamo la donna al centro delle inquadrature. Non è un caso. Andrea ha preso come riferimento quella stessa prima immagine — come se fosse la sua Gioconda — e ha tentato, a volte riuscendoci molto bene, ed in altre facendo molto fatica, a ricercare quelle stesse fisionomie od energie che lo hanno stravolto la prima volta.

La donna al centro di tutto, come è sempre stato nella creazione di tipo artistico. Un concetto familiare a cui siamo legati e con cui siamo cresciuti ma qui, come in un film di Woody Allen, c’è più di quello che si vede in superficie.

L’atto del pensare, di rimanere fermi ed esposti di fronte alle incuranze di una dimensione pubblica e “violenta” come quella attuale, ci spinge a non fermarci mai e a non mostrarci in uno stato di debolezza, di neutralità.

La donna è continuamente bersagliata dall’opinione pubblica e NON PUÒ, neanche per un instante, secondo una concezione malsana della società contemporanea, mostrarsi pensierosa e non decisa. DEVE AGIRE perché non c’è posto per la lentezza dello sguardo e del pensiero.

“Ragazze Sospese” di © Andrea Lo Maglio

I momenti catturati da Andrea Lo Maglio sono quindi momenti unici, speciali, permeati di un’aurea di eccezionalità che solo i più attenti riescono a cogliere e a conservare nel proprio cuore.

Una fase di interruzione dal normale via vai della vita moderna fatta di ritardi in ufficio e di appuntamenti incastrati in un’agenda ormai consumata dalle incalcolabili aperture giornaliere.

Una serie di fotografie che, seguendo la falsa riga di un Garry Winogrand , ci parlano di società, della bellezza del genere umano e dell’importanza di un gesto, come quello del pensare, che non dimostra insicurezza o debolezza, ma bensì grandezza d’animo.

Immagini che viste da fuori ci attraversano come delle intermittenze di un canale televisivo in onda 24h su 24h e che ci ricordano, nel bel mezzo di una puntata di una soap opera fin troppo melodrammatica, che siamo vivi, che tutto ancora non è stato scritto.

Ragazze Sospese” è un progetto che non finirà mai e che sono sicuro porterà Andrea in futuro ad immergersi ancora di più in quei mondi sommersi che, per certi versi, sono molto più interessanti della realtà attuale. La fotografia, anche in questo caso, ci mette per l’ennesima volta a conoscenza dell’invisibile e delle sue molteplici forme.

“Ragazze Sospese” di © Andrea Lo Maglio

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