Non sarà per voi una novità sentir parlare di Martin Parr, un fotografo che ho più volte menzionato per introdurre alcuni importanti discussioni come quella relativa ai flash in sessioni di Street Photography. Però mi sono reso conto di non aver dato ancora il giusto merito al suo lavoro che nasconde una verità atroce della nostra società.

Martin Parr Biografia

Martin Parr nasce a Epsom (Inghilterra) nel 1952. Il fotografo inglese racconta di essersi appassionato alla fotografia da teenager dopo aver passato del tempo con suo nonno che era un fotografo amatore.

Insieme hanno sviluppato i suoi primi veri rullini e stampato le sue prime foto, un momento che lo scosse positivamente tanto da far emergere in lui la sua voglia di continuare per questa strada.

Tra il 1970 e il 1972 studiò fotografia al Politecnico di Manchester dove gli vennero insegnate le basi della fotografia, tra cui come si gestisce una sala posa e una sessione di scatti professionale. Martin Parr racconta, nella sua wiki del suo sito personale, di aver abbandonato gli studi e aver lavorato per 3 mesi al Manchester Council for Community Relations per poi decidere di mettersi in proprio.

Questa scelta lo portò ad avvicinarsi a generi fotografi come quello del Reportage e della Street Photography, fino a toccare quello della Moda sempre e comunque con il suo stile unico.

Martin Parr è tutt’oggi uno dei più importanti fotografi mondiali e uno dei maggiori membri della Magnum Photos, ma soprattutto è uno di quei fotografi che ha condizionato in maniera importante tutta la fotografia di stampo contemporaneo.

Il processo creativo di Martin Parr

Entriamo nel vivo della discussione andando a mettere in luce quello che è il processo creativo di questo autore, un processo che ha dato vita ad un vero e proprio modo di fare fotografia.

Il primo elemento che merita di essere menzionato è quello relativo al fatto che, Martin Parr, scatta normalmente a pellicola con l’ausilio di un flash circolare, elemento che serve ad aumentare il contrasto e la saturazione e così mettere in evidenza il suo soggetto.

© Martin Parr

Il fotografo inglese sa bene che potrebbe ottenere un risultato simile scattando in digitale, però lui stesso ammette che il risultato che viene fuori tramite l’utilizzo di pellicole come la Fuji 400 Superior o la Agfa Ultra gli permette di ottenere fin da subito lo scatto da lui desiderato.

Al centro dell’interesse di Martin Parr c’è la gente delle strade, ma anche quelle delle manifestazioni mondane e private, persone “catturate” durante la loro quotidianità e quindi nella loro spontaneità.

© Martin Parr

Mentre i fotografi del suo tempo sono interessati ad eventi di carattere mondiale e storico (vedi Guerra Fredda ecc..), lui trova le sue storie all’interno del contesto cittadino, luogo dove si svolgono le principali esperienze del genere umano.

Un tema in particolare lo colpisce ed è ritrovabile in moltissimi suoi scatti: il cibo, quest’ultimo rappresenta la fonte di vita degli uomini ma, in tempi recenti, anche la più chiara rappresentazione del consumismo.

I fotografi della Magnum sentivano la necessità di uscire di casa e partire per una crociata nei luoghi colpiti dalla carestia e dalla guerra. Io sono uscito di casa e sono entrato nel supermercato dietro l’angolo, perché questo per me vuol dire essere in prima linea — Martin Parr

Nell’irrefrenabile corsa verso il cibo, e verso i luoghi dove anche per qualche ora si può essere una persona diversa rispetto alla quotidianità, l’uomo da sfoggio delle sue “malattie” e mette in risalto una condizione sociale che pian piano lo sta distruggendo internamente.

Martin Parr però non si è mai permesso di commentare le sue foto, egli stesso vuole che quest’ultime parlino da sole senza dover per forza mobilitare un cambiamento nelle menti di chi le osserva.

© Martin Parr

E così, tramite l’uso di una sottile ironia, unita alla scelta di soggetti molto particolari e ricollegabili al mondo del trash, il fotografo inglese raggiunge il suo risultato.

Mentre osserviamo le sue fotografie proviamo un certo disgusto, ma basterebbe renderci conto del fatto che, quelle persone da lui rappresentate, potremmo essere benissimo noi, cittadini che ogni giorno “consumiamo” i nostri prodotti e che di fronte a certe situazioni diamo sfoggio della nostra origine animale.

Cosa ci insegna Martin Parr sulla fotografia?

Martin Parr mi ha stravolto, dietro a quelle fotografie che sembrano mostrare un lato della società a noi così lontana, invece scopriamo subito dopo far parte della nostra quotidianità.

Il fotografo inglese ci insegna due semplici cose: la prima che non c’è per forza bisogno di andare in giro per il mondo alla ricerca di momenti e storie importanti, anche dietro l’angolo si potrebbe trovare un evento meritevole del nostro sguardo fotografico.

© Martin Parr

La seconda che il rapporto con il nostro soggetto è molto importante, soprattutto se scattiamo a distanze veramente basse (e soprattutto se utilizziamo un flash come fa lui).

Martin Parr non si è mai nascosto di fronte al suo soggetto, con nessun tipo di esitazione si avvicina e scatta. Sarebbe impossibile nascondere quello che fa, ma d’altronde cosa fa veramente? Scatta momenti che per molti rappresenterebbero la naturale prosecuzione della giornata ma che invece sappiamo nascondere ben altre verità…

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