Più volte ho menzionato Richard Kalvar per introdurre soprattutto tematiche ricollegate a quel approccio fotografico dedito all’umorismo. Per questo motivo mi sembra doveroso parlarvene in maniera più specifica ed approfondita, mettendo in risalto un autore tutt’oggi molto apprezzato nel panorama fotografico odierno.

Richard Kalvar Biografia

Richard Kalvar nasce nel 1944 a New York (Brooklyn). Dopo aver conseguito gli studi di letteratura americana e inglese, alla Cornell University, inizia ad muoversi all’interno del mercato fotografico diventando assistente di un fotografo di moda francese.

La decisione di dedicarsi completamente alla fotografia sarà presa dopo un lungo viaggio in Europa, dove Kalvar scoprirà proprio li la sua più grande vocazione: scattare fotografie alla gente comune. I suoi numerosi lavori in America, Asia ed Europa lo porteranno ad entrare a far parte della Magnum Photos nel 1977, momento molto importante per la consacrazione di tutto il suo operato.

Richard Kalvar viene riconosciuto tutt’oggi come un punto di riferimento per moltissimi fotografi, ma soprattutto come una figura che è riuscita a distogliere, anche per solo un momento, tutta la popolazione americana da quel pensiero negativo della guerra fredda.

Il processo creativo di Richard Kalvar

I primi tre aggettivi che mi vengono in mente per descrivere Kalvar sono: sfrontato, folle ed ironico. Degli aggettivi che ben mettono in evidenza una figura che meriterebbe molta più considerazione all’interno di questo attuale panorama fotografico, panorama che è stato influenzato in maniera troppo negativa dall’accrescersi di un gusto sempre meno valevole di considerazione.

FRANCE. Paris. 1974. 14th arrondissement. “Ouest” street (rue de l’Ouest).

Il fotografo americano non fa nulla di speciale, o a dirla meglio, rende speciale ed unico tutto quello che fotografa. I suoi scatti si concentrano su momenti ed eventi della quotidianità dove al centro di tutto ci sono le persone e la loro vita.

A rendere speciale tutto il suo lavoro è questa capacità di saper cogliere nel momento giusto uno sguardo, un’azione o un movimento del suo soggetto che trasforma così l’immagine in un gioco di prospettive ed atmosfere.

Sembra come se riuscisse a cogliere in quegli occhi e quelle movenze un piccolo sprazzo di follia ed ironia mettendo così in evidenza tutta la bellezza della vita e dell’essere umano. Un processo molto semplice, ma che nasconde degli sviluppi davvero interessanti ed accattivanti all’interno dello sviluppo di fotografie di strada e reportage.

I suoi viaggi intorno al mondo gli hanno permesso di poter entrare a contatto con culture diverse e così sperimentare sempre nuove forme di rappresentazione della realtà.

© Richard Kalvar

Si potrebbe dire che ogni suo scatto sembra essere uno scatto a sé, un momento congelato che si disloca da quella quotidianità a volte stressante e noiosa per “rifiorire” in una veste diversa. Tutto questo con un bianco e nero diventato parte del suo stile personale e tutt’ora utilizzato per la sua produzione artistica e professionale.

Cosa ci insegna Richard Kalvar sulla fotografia?

Richard Kalvar tutt’ora scatta e si diverte nel farlo come 20 anni fa. Già da qui dovremmo comprendere il come il vivere ottimisticamente e positivamente la nostra vita possa portarci a delle belle vittorie e a delle sconfitte che possono farci crescere.

© Richard Kalvar

Il fotografo americano ci insegna ad osservare e ad assaporare ogni momento della vita senza sprecarne neanche un minuto. Ogni evento merita di essere fotografo e vissuto e ogni tanto farlo con un sorriso ci porta a credere che ogni cosa possa andare nel verso giusto.

Anche quando siamo affranti nel non trovare l’ispirazione questa potrebbe spuntare da un momento all’altro, magari nell’angolo più recondito della nostra città. Non ci resta allora che prendere la fotocamera in mano e scattare!

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