Henri Cartier-Bresson usava riportare in un taccuino tutti i suoi pensieri inerenti al dietro le quinte della realizzazione di ogni suo scatto. Scriveva date, come si sentiva psicologicamente e cosa ne pensasse del suo soggetto.

Lo faceva per due motivi precisi: per puro diletto personale e per evitare dei possibili fraintendimenti, o mistificazioni, delle sue immagini, durante la loro pubblicazione in un giornale.

Era fondamentale per lui mantenere inalterata l’integrità del suo ruolo da fotografo. Niente e nessuno poteva decidere, senza renderlo partecipe, di cambiare il senso delle sue fotografie.

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