La Street Photography è un genere molto ampio, vasto e ricco di sfaccettature. Ogni artista mette, all’interno dei suoi scatti, una grossa parte della sua personalità. Ogni immagine che ne viene fuori diventa così un segno distintivo di se stesso e specchio della sua anima.

Per quanto possa essere quasi impossibile, ad oggi, fare un quadro completo delle mille personalità che girano intorno a questo genere fotografico, esistono comunque tre principali approcci che ritengo essere i più funzionali e duttili sul mercato.

In questo articolo te li elencherò e cercherò di spiegarti, in poche parole, cosa li rende unici e il perché dovresti avvicinarti ad uno di questi. Come sempre, si tratta di uno studio amatoriale, nato da considerazioni ed osservazioni personali, quindi se ne sapessi più di me, o volessi condividere il tuo pensiero in merito, hai l’area commenti a tua disposizione. Buona lettura!

1) Approccio Formale

L’approccio formale, nella Street Photography, è legato alla produzione di immagini che fanno delle linee, forme, colori e contrasti i principali elementi di costruzione di una fotografia.

Nella maggior parte dei casi non vi è nessun tipo di impatto emotivo o psicologico nell’immagine, ma vi è invece un grosso impatto estetico e grafico, dato dall’accostamento di diversi fattori ed elementi.

2018 © Gianluca De Dominici

Si può lavorare con moltissimi particolari dell’ambiente cittadino: ci sono le vetrine, che offrono delle ottime possibilità, grazie ai riflessi interni ed esterni, oppure con le architetture, mai assenti nelle città di ogni parte del mondo e caratterizzanti di ogni luogo.

Molti sfruttano i giochi di controluce che permettono di realizzare degli scatti con il soggetto in silhouette e tutto il resto illuminato dalla luce solare. L’obiettivo, che sia raggiunto tramite una vetrina o un controluce, è quello di rendere tutto straordinariamente armonioso, bilanciato e compositivamente funzionale. Un approccio molto apprezzato sia da chi “mastica” di street, sia da chi ne è completamente estraneo.

Tra gli artisti contemporanei (guarda le loro foto su Instagram, sono strepitose) che secondo me riescono a sfruttare in maniera adeguata questo approccio sono Alan Schaller, fotografo tedesco che scatta prevalentemente in bianco e nero, e Craig Whitehead, fotografo inglese che fa delle silhouette e dei particolari del vestiario cittadino alcune dei principali elementi di costruzione dell’immagine.

2) Approccio Narrativo

L’approccio narrativo è un approccio che richiede una forte capacità, da parte del fotografo, di inserirsi all’interno della scena senza disturbare o farsi notare dai soggetti.

E’ sicuramente uno degli approcci più difficili da attuare ma che alla lunga danno più soddisfazioni: ci fanno sentire come se stessimo partecipando attivamente al momento e ne fossimo primi testimoni, se non gli unici, grazie al mezzo fotografico. Senza di noi quell’istante non esisterebbe.

2019 © Gianluca De Dominici

L’approccio narrativo ci dà la possibilità di inserirci all’interno di momenti appartenenti alla quotidianità delle persone e di costruirne da lì devi veri e propri immaginari. Per questo motivo bisogna mantenere sempre un certo riguardo, e rispetto, verso i nostri soggetti che ci “offrono” gratuitamente la possibilità di entrare momentaneamente all’interno della loro vita.

Il valore emotivo ed psicologico che viene fuori da scatti di questo genere è veramente interessante, tanto da poter veicolare le immagini in canali molto più ampi e importanti dei soli Social Networks (mostre, riviste ed altro).

Tra gli artisti storici più importanti ed emblemi di questo approccio ti potrei elencare: William Klein, Garry Winogrand e Vivian Maier. Tra i fotografi contemporanei che secondo me spiccano di più troviamo invece: Nikos Economopoulos e Trent Parke.

3) Approccio “Ludico”

L’ultimo approccio che andiamo a trattare è quello che potremmo definire “ludico”: un approccio che pone come suoi elementi caratterizzanti quelli ricollegabili ad eventi divertenti, buffi e particolari della vita quotidiana.

È un approccio che va molto di moda e che rappresenta uno dei cardini di questo genere fotografico. In strada si susseguono eventi di ogni genere e molte volte capita che quest’ultimi diano vita, per costruzione visiva o meno, a dei momenti veramente buffi.

2018 © Gianluca De Dominici

La costruzione, come abbiamo detto prima, avviene o per prospettive visive (con ad esempio l’accostamento di cartelloni pubblicitari e persone) oppure per eventi veramente casuali.

L’intento è far sorridere l’osservatore e farlo catapultare dentro una dimensione surreale ed assurda. Uscito da lì si sentirà molto triste perché quella scena, dopotutto, sarà frutto solo di un colpo d’occhio e tanta arguzia.

Potrei farti i nomi di moltissimi artisti vicini a questo approccio. I primi che mi vengono in mente sono: Elliot Erwitt, Matt Stuart e Nils Jorgensen.

Come capire a quale stile siamo più vicini?

Nella Street Photography nulla viene lasciato a caso. Molte volte partiamo con l’intenzione di volerci approcciare alle scene in un determinato modo, per poi fare tutto il contrario nel bel mezzo dell’azione.

La mia galleria è l’esempio perfetto. Tendenzialmente i miei scatti passano dall’avere un approccio formale ad uno narrativo e qualche volte anche “ludico”. Vengo molte volte sorpreso, e preso, da eventi sempre diversi tra di loro e mi capita di fare scatti che, alcune volte, hanno elementi che potrebbero rientrare in più categorie appena descritte sopra.

Per questo motivo è doveroso stare sempre attenti a tutto quello che ci circonda, farci prendere dai momenti che riteniamo essere interessanti e soprattutto riuscire a renderli magnifici grazie all’aggiunta della nostra personale visione fotografica.

La scelta del linguaggio arriverà dopo, quando avremo raggiunto una certa maturità e potremo permetterci di fuggire da una scena per inseguirne un’altra. Fino a quel momento, scatta finché non ti tremeranno le mani!

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